trio
Più bed che breakfast
di Asteroide1962
04.07.2022 |
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“Grazie!” Mi dice Irene “io ed Alberto facciamo parecchio sport e questo mi mantiene in forma..."
Qualcuno dice di me che sono una persona noiosa perché sono abitudinario, seguo sempre una routine che scandisce le mie giornate, la mattina mi alzo, mi raso, mi faccio la doccia, colazione e poi indosso vestiti adatti alla giornata che mi prospetta.Nelle mie trasferte lavorative la prima volta scelgo una struttura di quelle proposte da una nota piattaforma online e le volte successive se ha soddisfatto le mie esigenze contatto direttamente i proprietari, altrimenti ne ricerco una nuova online.
Alle grandi catene alberghiere preferisco i piccoli B&B e, nel corso degli anni, ho scoperto piccole chicche che rendono piacevole il rientro dopo una giornata di lavoro; inoltre ho conosciuto i proprietari con i quali ho condiviso piacevoli conversazioni ed attraverso loro ho scoperto degli interessanti posti dove trascorrere una piacevole serata a cena o sorseggiando un drink.
I proprietari, poi, conoscendomi, sono flessibili con i miei orari di arrivo e di partenza così come con le variazioni delle prenotazioni e con taluni, conoscendo ormai i gusti, arrivo con piccoli regali “mangerecci” e così fanno loro con me rendendo meno anonimo il soggiorno.
Ogni regione italiana ha il mio posto e la mia struttura preferiti e questo coincide con la relativa distanza dalla mia sede di lavoro, al massimo 20 km, dalla tranquillità del luogo, dalla vicinanza di località turistiche (utili per passare una mezza giornata libera da impegni) e, ultimo ma non il meno valutato, dall’affabilità e bellezza dei proprietari.
In Friuli ho trovato un B&B poco distante dall‘abitato di Aquileia, una bella cittadina con notevoli resti romani, non lontano da Grado, che con il suo mare offre la possibilità di uscite in barca così come un piacevole relax sulla spiaggia, e con una distanza di poco oltre i 20 km dal mio abituale luogo di lavoro.
La struttura, una casa colonica rinnovata di recente e con sole 4 stanze, è gestita da Irene e Alberto, una coppia sportiva che ha intrapreso questa attività dopo che i due figli si sono trasferiti per lavoro in un’altra regione; per loro si sono riservati il piano terra dove hanno ricavato un appartamento mentre al primo piano, accessibile sia da scala interna che da una esterna usata dagli ospiti, ci sono le 4 stanze, tutte con bagno, più una sala colazioni.
L’ultima volta che ci sono stato ho chiamato il giorno prima del mio arrivo per anticiparlo ed Alberto, alla mia telefonata mi ha detto che mi avrebbe richiamato in quanto è Irene che gestisce prenotazioni.
Dopo un paio d’ore mi chiama Irene e mi conferma che la sera dopo posso arrivare tranquillamente e soggiornare lì.
Di solito mi sposto dopo il mio normale orario di ufficio e così feci anche quel giorno ed arrivai al B&B verso le sei di sera e, trolley al seguito, suono alla loro porta.
Mi apre la porta la sempre sorridente Irene che mi fa cenno di entrare ed una volta dentro si scusa con me perché un cliente non ha potuto liberare la stanza perché si è sentito poco bene ed ha chiesto di fare un’altra notte e: “Mario, io e Alberto ti vorremmo proporre di passare la notte qui, sul nostro divano. Ti conosciamo da tanto tempo, sei come uno di famiglia e spero non ti dispiaccia. Per scusarci non ti facciamo pagare nemmeno il resto del soggiorno!”
“Irene, accetto volentieri e fammi pagare lo stesso il resto del soggiorno. Non è un vostro errore e non intendo scroccare la stanza.”
“No! Io e Alberto abbiamo parlato oggi a pranzo. La stanza è pronta da domani e stasera starai da noi ma non ti faremo pagare nulla!”
“Posso almeno offrirvi la cena di stasera?”
“Alberto rientra tra poco e vediamo che ne pensa.”
Mentre Irene mi mostra il divano letto ancora da aprire perché lo avrebbe fatto più tardi, rientra Alberto.
Ci salutiamo, parliamo un po’ ma li convinco ad accettare la mia proposta per cena, prima, però, dice Alberto, andiamo a Grado a prendere un aperitivo perché voleva mostrarmi una terrazza panoramica.
Alberto è già pronto: camicia bianca, jeans e sneakers; io pure, giusto il tempo di lavarmi le mani, Irene, da donna qual’è, ci impiega un po’ ed esce dalla camera con una gonna tubino nera che le fascia perfettamente il corpo, camicia di seta leggermente aperta e sandali con tacco che le allungano le già belle gambe: quello sommato al bel viso ed al sorriso aperto fanno di Lei una donna che sprizza erotismo ed io invidio Alberto come ho sempre fatto dalla prima volta che sono arrivato da loro.
Usiamo la loro macchina ed Irene si siede alle mie spalle, sono un po’ deluso perché immagino che sedendosi abbia dovuto scoprire un po’ le cosce e, forse, girandomi ogni tanto a parlare con lei, avrei potuto intravvedere le sue mutandine, ma così non è e il guardone che c’è in me rimane un poco deluso.
A Grado parcheggiare è sempre un terno, per cui ci tocca camminare tra le strette calli del centro storico; Alberto ha il passo abbastanza lungo e cammina un paio di metri davanti a noi, io di sicuro non abbandono una donna, se poi è una bellezza men che meno! Quindi sto al passo con Lei. Alberto svolta ad un angolo e io sussurro ad Irene: “Facciamo uno scherzo: abbandoniamo Alberto e scappiamo io e te!”
Lei ride in un modo che rapisce e mi fa “Ma no, dai! È tutto preso dalla serata e poi che farei lontano da lui?” Altra piccola mia delusione.
Comunque io Irene continuiamo a scherzare e arriviamo davanti all’albergo, la terrazza bar è all’ultimo piano, ridendo.
Siamo stretti dentro un ascensore molto vintage e piccolo, Alberto mi spiega la storia di quella terrazza, io sono rapito dal contatto con Irene che non è per nulla a disagio.
In terrazzo c’è molto gente e tanti li salutano, così evito i contatti con Irene e parliamo di figli, vacanze, case, della bellezza di Grado vista dall’alto.
Dopo l’aperitivo, di nuovo camminata per le calli e di nuovo in macchina, non so dove sia il ristorante ma ci dirigiamo fuori Grado, verso la campagna.
Irene, sporgendosi un po’ ed appoggiando le braccia sulle mie spalle dice: “Alberto, sai che Mario ti voleva fare uno scherzo e scappare con me?” Alberto ride e mi chiede se veramente lo volevo fare ed io: “Certo! Hai abbandonato Irene, così bella, da sola, il minimo che potevo fare era rapirla!”
Ridono ed Irene mi massaggia le spalle, facendo finta di nulla mi abbandono sul sedile ed allungando il braccio sinistro dietro il sedile le accarezzo gentilmente il polpaccio.
Lei non ritrae la gamba, anzi rimane lì tranquilla parlando come se niente fosse.
Arriviamo al ristorante e, mentre Irene ed io andiamo verso l’ingresso, Alberto va a parcheggiare.
Rimasti soli Irene mi dice “Qui ci conoscono tutti, faccio appello alla tua discrezione, manteniamo la conversazione tra le righe.”
“Stai tranquilla, non sono uno sciocco e non mi piace far fare brutte figure alle persone.”
La conversazione a tavola è piacevole così come la cucina. Dopo aver pagato rientriamo verso il B&B. In macchina, come prima, Irene mi mette le braccia sulle spalle ed io ricomincio con la carezza al polpaccio, a dire il vero, ho cercato di portare anche l’altro braccio dietro ma il poco spazio tra il sedile e la carrozzeria me lo hanno impedito!
A casa, da un armadio, Irene prende la biancheria per farmi il letto e mi chiede di darle una mano ad aprire il divano. Alberto è uscito in giardino e siamo soli. Siamo gomito a gomito, sento il suo profumo, siamo leggermente piegati in avanti per tirare la base del divano ed aprirla, gira la testa verso di me e mi ringrazia per la cena, i nostri sguardi si incrociano, Lei esita e così io ma una frazione di secondo dopo la mia bocca si incolla alla sua e ci baciamo. Le mie labbra succhiano le sue, la sua lingua guizza, sentiamo il rumore della porta che si apre, ci stacchiamo.
Alberto è alle nostre spalle, forse è consapevole di quello che è appena avvenuto ma non dice nulla e, mentre noi continuiamo a preparare il letto, prende bottiglia e bicchieri, li appoggia su di un vassoio e ci invita all’ultimo bicchiere prima di andare a dormire.
Alberto ed io ci sediamo attorno al tavolo della sala (dove si trova anche il divano sul quale dormirò) e parliamo sorseggiando la nostra bibita, Irene si muove tranquilla su e giù.
“Sono fortunato ad avere una donna come Lei” mi dice Alberto quasi a caso
“Si!” Rispondo “È una bella donna, intelligente, solare e sorridente. Mi piacciono le donne come Lei, quelle che hanno gli occhi vivi, pieni di vita …”
“Si, hai ragione, è così. Io e lei facciamo tutto insieme e io ne sono felice. Abbiamo complicità.”
“Siete fortunati ad esservi trovati!”
“Fisicamente, secondo te, qual’è la sua parte migliore?”
Ci penso un attimo, la domanda mi ha leggermente spiazzato ma poi rispondo:
“Le sue gambe, belle toniche ed affusolate, nonché il suo corpo.”
“Grazie!” Mi dice Irene “io ed Alberto facciamo parecchio sport e questo mi mantiene in forma. Tu quanti anni mi dai?”
“Non si dovrebbe mai dire l’età di una donna!” Dico
“Si, ma te lo chiede la donna!” mi risponde.
“Hai da poco superato la quarantina. Una volta mi avete detto che vi siete sposati giovani, considerando l’età dei vostri figli…direi…si, hai di poco superato i quaranta.”
Si guardano l’un l’altra e poi lui mi dice:
“Ha passato i cinquanta ma non ti dico di quanto!”
La guardo e dico: “ok! L’ho vista con la gonna ma non sembra! Per essere sfrontato mi pare abbia un sedere bello tonico, ma dovrei vederla senza gonna..”
“Così?” Fa Lei ed alza la gonna.
Le mutandine non sono proprio un perizoma ma il culo di Irene è proprio tonico e tondo!
Me lo sventola davanti al naso, mi giro e vedo Alberto con un sorriso compiaciuto ed una punta di “voglia” negli occhi.
Mi giro e con i palmi delle mani accarezzo le natiche, Lei non si ritrae, così insisto ed appoggio la mia bocca sul suo culo e lo bacio.
Con le mani tiene la gonna alzata, Alberto guarda compiaciuto ed Irene si lascia fare.
Ne approfitto, mi alzo, la faccio appoggiare alla tavola, mi abbasso dietro di Lei, le scosto leggermente le mutandine ed affondo la lingua prima nel culo e poi do una leccata alla figa.
“Ecco una che sa quello che vuole!” Esclama Irene.
“Spostiamoci sul divano” dice Alberto ed io mi stacco, mi alzo e mi spoglio mentre mi dirigo verso il divano.
“Due cose” dice Alberto “ La prima niente anale perché ad Irene non piace e la seconda è penetrazione solo protetta”
“Per l’anale mi dispiace perché sono un cultore del lato b che lecco volentieri per prepararlo. Sulla seconda concordo.”
“Se vuoi anale puoi provare con Alberto!” Dice Irene avvicinandosi nuda verso di me e scoppiando a ridere.
Ridiamo mentre le nostre bocche si cercano, si leccano, le mie mani tra le sue cosce, i suoi occhi nei miei.
Alberto, nudo anche lui, si siede sulla poltrona: noto che è parecchio eccitato, il suo cazzo è in tiro.
“Cornuto guarda che bel cazzo mi sono trovata stasera!” Dice Irene rivolta al marito mentre con una mano mi accarezza il pene ed abbassandosi lo bacia ed inizia un pompino.
La sua bocca è morbida ed avvolgente, le labbra insalivate scorrono sull’asta. Se continua vengo! Così la stacco, la prendo in braccio e mentre limoniamo la stendò sul divano e poi con la lingua scendo sul suo corpo fino ad arrivare alla figa.
La lecco per bene, gioco con le dita, cerco il suo clitoride, ci gioco con la punta della lingua, poi scendo e passo la lingua sull’ano, provo a penetrarlo con un dito mentre ci gioco con la lingua, sento Irene ansimare.
Con le dita torno in figa, con la lingua risalgo il corpo e arrivato alla bocca la bacio, la lecco.
“Sei bellissima!” Le dico
“Sei un bugiardo!” Mi risponde “ma va bene così!”
È una donna con la voglia di concedersi per il piacere suo e del suo uomo che la guarda.
“Voglio sentirti venire nella mia bocca, voglio sentire il tuo sapore!” Dico e torno giù verso la figa.
Con la lingua lecco, con le dita gioco, prima con una, poi con due..
Non ho la cognizione del tempo che passa ma ad un certo punto sento che inarca la schiena e che urla “Cazzo! Cazzo! Cazzo!” Poi ridistende la schiena.
Sento un lago nella mia bocca..lecco, non voglio perderlo.
Sento Alberto che dice “È pluriorgasmica! Mi sa che stasera dovrai faticare molto per renderla soddisfatta!”
“È un sacrificio che voglio fare!” Dico e stendendomi sul divano porto Irene a 69 con me per continuare a leccarle figa e culo.
Le cingo i fianchi con le braccia e la tiro verso di me: lecco la figa la penetro con la lingua mentre le mani allargano le chiappe e mettono in mostra l’ano vergine che si rivela bagnato e lubrificato al punto e non oppone resistenza al dito che lo penetra.
Ora ci giriamo e continuiamo a baciarci e chiedo: “Lasciamo il cornuto a guardare?” e Lei: “Cornuto guarda la tua mogliettina che si lascia fare e cosa fa!” e riprende a farmi un pompino.
“Dai Alberto, vieni più vicino a vedere!” dico e lui si siede sul letto.
Io e lui siamo spalla a spalla ad ammirare il pompino che Irene mi sta facendo ed abbiamo entrambe gli occhi soddisfatti, io per il piacere che mi sta dando e lui perché ammira la maestria della sua Signora.
Alberto mi passa un preservativo, Lei si stacca e tenta di infilarlo ma la reazione del mio piccolo amico non è delle migliori tant’è che Irene dice: “Anche tu sei come Alberto! Come sentite il contatto del preservativo vi si ammoscia!” E ridendo lo riprende in bocca dove il mio uccello si rianima.
“Caro amico” dice Alberto “anche tu con la tua compagna non ne fai uso e quindi non sei abituato..Irene ti conviene continuare di bocca e di mani!”
E così fa Lei.
La seconda volta che Irene gode è con la faccia appoggiata sul materasso, la pancia sui braccioli e io che da dietro le lecco il culo e con due dita la masturbo.
Continuiamo a variare le posizioni con Alberto che si complimenta con me perché vario spesso e con noi due che siamo sudati e appiccicosi.
Ripeto che quando sono in queste situazioni non capisco lo scorrere del tempo, non ho la percezione, so solo che ad un certo punto sento Lei che dice: “Ora è il tuo turno di godere!” e, continuando a pomparmi mi fa esplodere nella sua bocca.
Ho giusto il tempo di ripigliarmi che vedo Irene e Alberto che limonano soddisfatti.
Il mio letto è umido di sudore e umori e stanotte sarà la mia notte più bella da quando frequento i B&B.
P.s. grazie a quanti leggeranno questo racconto e con i loro commenti mi aiuteranno a capire errori e punti piacevoli.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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